Giornalisti italiani bloccati da servizi segreti ucraini: l'accusa shock
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Giornalisti italiani bloccati da servizi segreti ucraini: l’accusa shock

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Tre giornalisti italiani sono stati fermati dai servizi segreti ucraini con l’accusa di essere spie che lavorano per la Russia.

Andrea Sceresini, Alfredo Bosco e Salvatore Garzillo sono i tre giornalisti italiani fermati dai servizi segreti ucraini con l’accusa di essere spie del Cremlino. I tre italiani si sono recati a Kiev per documentare la situazione di guerra. Ma durante i giorni scorsi, alcuni agenti dei servizi segreti ucraini li hanno bloccati impedendogli di fare il loro lavoro. 

I tre reporter seguono il conflitto tra Russia e Ucraina già dal lontano 2014, molto prima dell’invasione da parte della Russia. Durante questi nove anni grazie al loro lavoro di reportage sono state rese note con chiarezza le situazioni che caratterizzano le zone. La notizia è stata riferita da Fanpage.it, con il quale Salvatore Garzillo collabora.  

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Quest’ultimo è stato respinto al confine con la Polonia e non è potuto accedere in Ucraina. Per quanto riguarda gli altri due invece – spiega Fanpage.it – l’accredito militare è stato rifiutato all’improvviso. Secondo quanto riferito dal quotidiano locale, i tre reporter – oltre ad essere stati respinti – sarebbero anche stati inseriti nella lista nera delle persone non gradite in Ucraina. Sono inoltre stati accusati di essere spie che lavorano per la Russia. L’accusa in questione non sarebbe però stata ufficializzata formalmente.  

L’intervento del legale

Alessandra Ballerini, legale difensore dei tre reporter, è intervenuta sulla vicenda. “Di fatto questa accusa, totalmente infondata, si traduce in una gravissima violazione del diritto di informazione e in un rischio concreto per la sicurezza dei miei Assistiti”, denuncia.  

E prosegue: “La sospensione degli accrediti – che erano stati regolarmente rilasciati nel marzo 2022 – comporta l’impossibilità di muoversi liberamente nel Paese, specie nelle zone vicino al fronte, e il rischio concreto di essere arrestati al primo posto di blocco. Questo illegittimo provvedimento sta determinando per i miei Assistiti i l’impossibilità di svolgere la loro professione giornalistica e pone seriamente a rischio la loro incolumità.” 

Infine conclude: “L’unica notizia ufficiale che è stata comunicata ai giornalisti Sceresini e Bosco, nonostante i molti solleciti effettuati anche tramite la nostra ambasciata, riguarda un ipotetico ‘interrogatorio‘. Al quale dovrebbero essere sottoposti e che dovrebbe essere eseguito dagli uomini della Sbu, il servizio di sicurezza ucraino. Inizialmente questo “interrogatorio” avrebbe dovuto svolgersi a Kramatorsk il 6 febbraio e a tal fine sono stati forniti alla Sbu i numeri di telefono e l’indirizzo dei due giornalisti con la richiesta che l’interrogatorio potesse avere luogo il prima possibile”. 

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ultimo aggiornamento: 19 Febbraio 2023 11:03

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